Il dolore: dieci punti per capirlo – Fabrizio Benedetti

Vi avevo detto che questo  è il primo libro con cui iniziare a studiare il placebo. Ecco, il libro che vi presento oggi (sempre di Fabrizio Benedetti) è da leggere “in coppia” con il precedente. Si tratta infatti si un “entry level” per comprendere come funziona il dolore.

DOLORE e PLACEBO sono due fenomeni strettamente collegati, infatti il 90% degli studi sul placebo sono fatti nel cosiddetto “pain paradigm”.

Esattamente come il primo, quest’altro libercolo (che si legge in qualche ora) è divulgativo, anzi super-divulgativo. Benedetti lo dice spesso e infatti non troverete bibliografia o descrizione di chissà quali fantascientifici meccanismi neurali; direi che è un libro per i pazienti più che per gli addetti ai lavori.

Come addetto ai lavori, non ho trovato la lettura completamente inutile: infatti benchè conoscessi il 95% di quel che ho letto, è stato utile seguire la formalizzazione di Benedetti che in ognuno dei 10 capitoletti, affronta un aspetto del dolore che ci permette di comprenderlo meglio

Punti di forza:
Struttura
 Brevità
 Panoramica quasi completa sul dolore

Punti di debolezza:
 Eccessivamente divulgativo

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A cura di Giandomenico D’Alessandro

OSTEOPATIA e PLACEBO: breve viaggio nel paradigma ‘specificità-non specificità’ – Parte 2

Nella prima parte di questo breve viaggio nel paradigma specificità/non-specificità del tema ‘osteopatia e placebo’, avevamo visto

 

  • Esordio scientifico del placebo, definizioni e paradigmi transitori
  • Il paradigma “specificità/non-specificità”: l’attuale riferimento della scienza del placebo
  • Che cos’è una terapia placebo?
  • Che cos’è l’effetto placebo? Risposta infantile
  • Che cos’è l’effetto placebo? Risposta matura

 

Puntualizzati (e spero metabolizzati) quegli aspetti, in questo seconda parte vediamo gli ultimi 3 elementi:

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OSTEOPATIA e PLACEBO: breve viaggio nel paradigma ‘specificità-non specificità’ – Parte 1

‘Placebo e osteopatia’‘osteopatia e placebo’… queste due parole si trovano l’una accanto all’altra sempre più spesso. Il motivo principale è che negli ultimi 10 anni entrambe le parole sono diventate di moda e quindi è più probabile che finiscano nella stessa frase.

Stavolta, però, portano con sé delle qualità positive e non è un fatto così scontato. La parola ‘placebo’ fino a 30 anni fa e la parola ‘osteopatia’ fino a 15 anni fa non avevano una buonissima reputazione. Chiariamo: anche adesso c’è qualcuno che pensa al placebo nel vecchio modo: “prendere in giro”, “è tutto psicologico”, “le medicine vere funzionano per davvero”. Idem per l’osteopatia: “pseudoscienza”, “sono ciarlatani” e la mia preferita “l’osteopatia è tutto placebo”, frase che conferma la negatività di entrambe.

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