Domande frequenti


I trattamenti osteopatici hanno una durata variabile da 40 a 60 minuti a seconda dei casi (qui potete leggere un’analisi del Perché le sedute osteopatiche hanno durate diverse?). La prima visita dura 90 minuti perché comprende un’approfondita anamnesi che permette di inquadrare da un punto di vista teorico la situazione del paziente, individuando le eventuali controindicazioni al trattamento.

Non è possibile stabilire a priori il numero di sedute necessarie al raggiungimento dell’obiettivo prefissato perché ogni paziente risponde in un modo individuale. Questa differenza di responsività dipende da vari fattori che ho analizzato qui: Quante sedute mi serviranno per risolvere un determinato problema?
In termini molto generali, ci sono casi in cui sono sufficienti 3-5 sedute (a distanza di 7-10 giorni). In altri casi il percorso terapeutico è più articolato (7-10 sedute). Terminata la prima fase in cui c’è stata la risoluzione del problema, il paziente accede alla fase di mantenimento.

La fase di mantenimento è un processo terapeutico di prevenzione  che consta di sedute periodiche (1 al mese, ogni 2 mesi, ogni 3 mesi). La frequenza dipende da vari fattori (età, lavoro, patologie croniche, stile di vita). Questa modalità permette di mantenere il benessere raggiunto in quanto l’osteopata localizza e corregge le disfunzioni somatiche prima che esse possano alterare l’equilibrio muscolo-scheletrico e viscerale causando il dolore.

L’approccio osteopatico si serve di un variegato armamentario terapeutico che solo raramente può creare dolore o fastidio al paziente. Ho scelto di evitare tecniche che possano creare dolore o fastidio al paziente.

La prima regola di un osteopata è “non nuocere“. Quindi come prima cosa occorre capire se ci sono controindicazioni al trattamento o ad alcune tecniche.

Come tutte le terapie, a seguito del trattamento osteopatico si possono verificare degli effetti collaterali (sensazione di freddo, lieve sonnolenza, aumento della peristalsi intestinale, temporanea acutizzazione della sintomatologia), che si manifestano in meno del 10% dei casi.

Il paziente dovrà essere a proprio agio e quindi vestito in maniera comoda (possibilmente evitando jeans e altri indumenti che limitano il movimento). Raramente si chiede di togliere la maglia o il pantalone, esclusi i casi in cui è necessaria una valutazione posturale di tipo visivo. Maglioni o altri capi d’abbigliamento pesanti saranno tolti per facilitare test e tecniche. L’ambiente ben riscaldato permette di rimanere in maglietta o camicia. Il paziente dovrà certamente togliere cinta, occhiali, scarpe e dovrà svuotare le tasche da oggetti ingombranti (cellulare, portafoglio, chiavi)

Se il paziente è già in possesso di esami strumentali può portarli con sé, sebbene essi non siano necessari alla terapia.